Tre poesie inedite di Lara Adobati
Lara Adobati, classe ‘98, è nata in provincia di Bergamo. Laureata in Scienze e tecniche psicologiche, ha esplorato il settore della comunicazione, realizzando due podcast musicali (uno in Spagna e uno a Londra) e scrivendo per Fucine Mute, web-magazine italiano. Nel 2022 si è trasferita a Roma, pensando di fondare un ufficio stampa. Varie influenze e numerosi dubbi l’hanno indotta ad abbandonare quel progetto per concentrarsi solo sulla scrittura creativa. Nel 2023 ha esposto una poesia a Bergamo grazie alla residenza artistica Sentieri Creativi. Due sue poesie sono arrivate finaliste in due distinti concorsi letterari. Attualmente cura il suo blog e collabora con un’artista grafica e con una fotografa, sognando di creare un collettivo di artisti.
LULLABY ARMS
Mi chiedo se sia un bene
affidare la mia lealtà
alla soavità delle tue dita.
Lascio che scaldino
la superficie delle mie tese
corde mentali, appese
ai rami di un albero senza radici.
Nel frastuono del chiasso,
la tua voce disperde fiori
secchi che mi seducono
fino all’uscio tanto ameno.
Quanta affezione: fantasie
dipinte sulle pareti di casa,
tra le quali sei presente
in un abbraccio che scalda
le ghiacciate tubature
della mia linfa.
IL PARADOSSO
Vivo alla ricerca di un senso,
ma in costante fuga da me stessa.
È come credere che il mare disseti,
che l’acqua valga meno dei diamanti
e che la vita sia giusta senza morte.
ISTANTE DI UNA LUNGA DOMENICA D’ESTATE
La vista di un cactus mi fa sorridere:
posto sopra una colonna di cemento,
al lato di un ingresso residenziale,
sempre pronto ad accogliere
o visionare. In risposta al mio riso,
lui proietta in un istante le sue percezioni.
La cena già disfatta,
mentre la famiglia dialoga.
Si parla del nulla, ma ogni parola
riempie il petto d’amore
per la dedizione con cui viene espressa.
La pace si diffonde
tra le ombre del tramonto
e le luci di casa.
I colori si attenuano
per dare riposo agli occhi.
Come sottofondo, le cicale
e il vociare lontano della gente.
Una calma sanatoria, al tempo stesso eccitante,
irradia il mio corpo, mentre realizzo
che la quiete non sopraggiunge dal nulla,
ma è frutto di una lenta preparazione.