“Rubare la notte” di Romana Petri – Premio Strega 2023
“Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry è uno dei libri più letti al mondo, ma in pochi conoscono la mirabolante, seppur breve, vita del suo autore, che oltre ad essere uno scrittore, era anche un aviatore e un militare dalle mille avventure. Un volo nella vita errante di Tonio, “Rubare la notte” di Romana Petri, edito Mondadori, è un inno alla vita, e a quelle emozioni intense e fugaci che la definiscono.
Romana Petri è una scrittrice, traduttrice e una critica letteraria italiana e tra i suoi romanzi e racconti figurano “I padri degli altri”, “Mostruosa maternità”, “Figlio del lupo” e “La rappresentazione”, tradotti in diversi paesi europei.
“Rubare la notte” non è una semplice biografia, ma è un viaggio leggero e al contempo impetuoso nella vita e nei pensieri di un uomo dall’anima sensibile, che si divide tra la terra e il cielo sempre con il naso all’insù, alla ricerca, forse, di catturare le stelle, e di una dimensione a cui appartenere completamente. La definizione canonica di biografia, qui, viene sgretolata, per divenire altro: meraviglia e sgomento. Romana Petri ha la capacità di descrivere il vissuto di Tonio con una grazia tale da non offuscare la persona che ne è protagonista, ma amplificandone la potenza
emotiva, e trasportando il lettore verso un viaggio in punta di piedi, e che travolge senza sosta.
Il tragitto ha inizio nell’infanzia di Antoine, chiamato Tonio, contraddistinta dall’amore viscerale nei confronti di sua madre, Marie Boyer de Fonscolombe, e dalla morte prematura di suo padre, il visconte Jean de Saint-Exupéry, avvenuta quando il piccolo Tonio aveva solo quattro anni. La famiglia, dopo questo tragico evento, si trasferisce a Le Mans, nel castello di Saint-Maurice-de Rémens, e Tonio cresce con i suoi quattro fratelli. Pochi anni dopo, anche suo fratello muore a causa di un reumatismo articolare. Eventi così tragici plasmano inevitabilmente Tonio, che fin da subito appare come un bambino che avverte ogni fremito, e che percepisce le situazioni con una delicatezza e una violenza inaudite.
“Certo, i ricordi. Ma quelli facevano soffrire. Agli esseri umani un dio generoso avrebbe dovuto permettere qualche viaggio all’indietro almeno ogni tanto. Una volta lo aveva detto alla madre, che aveva sorriso e accarezzandogli i capelli aveva risposto: «Il mio figlio fantascientifico»”.
Il rapporto profondo con sua madre rimarrà una presenza costante nel corso della sua vita, e nonostante la lontananza fisica che li ha separati nel corso degli anni, Tonio scrive lunghe lettere a Marie, pregne di delicatezza, e di una dolcezza dettata dall’immensa curiosità che lo spinge sempre più lontano, fin su nel cielo. La corrispondenza epistolare con sua madre è uno squarcio nella narrazione, è un tuffo nell’anima acuta di Tonio, che vive come un funambolo, tra la voglia di lasciarsi travolgere pienamente dalla vita che lo circonda, e il timore di veder sfuggire di mano l’esistenza, come se fosse trasportata via da una violenta sferzata di vento.
A soli 12 anni Tonio sale per la prima volta su un aereo, ed è un’esperienza caratterizzante, perché sa che da allora in poi, quel mezzo sospeso, gli apparterrà per sempre, forse per una sorta di strana – agli occhi degli altri – estensione di se stesso, o forse per l’anelito a guardare sempre più su, alla ricerca di ciò che si è perso, e di ciò che non si è mai avuto. Il cielo è la sua nuova casa, è uno spazio labile che gli è famigliare, ed è proprio in aria che scrive interi libri ed epistole.
“Si fece coraggio pensando che il volo poteva anche essere un bel bagno, e che per un pilota essere in cielo voleva anche dire poter essere in acqua. E quella definizione lo fece sorridere. Cercò in tasca il taccuino e volle annotarla. Fu solo l’inizio di quella che divenne una delle sue più amate abitudini: scrivere in volo.
Quelli che partivano erano tutti aerei postali, presto avrebbe cominciato anche lui. […] Vedeva quegli aeroplani arrivare o partire. Erano gli alati ambasciatori del cielo. Le lettere contenevano rivelazioni, segreti svelati per la prima volta, a distanza, sentimenti, rabbie covate a lungo, laceranti addii.“
Tonio diviene un aviatore, e viaggia in lungo e largo per il globo: va in Francia, in Argentina, in Algeria e la sua vita si carica di sentimenti troppo impetuosi per essere contenuti: sposa Consuelo, ma lui vuole amare, e vuole amare come se fosse ancora un eterno fanciullo, seguendo le dinamiche svolazzanti e astratte del cielo, che sulla terra non valgono allo stesso modo, non per gli altri. Ma Tonio non appartiene completamente a questa terra, lui è altrove, e al contempo è vivo.
“Con la morte di un essere umano muore il mondo sconosciuto dei suoi pensieri. Certo, sconosciuto. Nessuno conosce i pensieri di un’altra persona. Può sembrarvi una banalità, ma per capirlo davvero mi ci voleva il deserto.”
Quasi sembrano una fatalità, i quarantaquattro anni di vita di Tonio, se si pensa all’epilogo della sua vita. Inghiottito nel buio, durante un volo di ricognizione verso la fine della seconda guerra mondiale, il suo corpo non è mai stato ritrovato. Un pilota disperso, un fanciullo errante che fa ritorno al suo pianeta d’origine senza lasciare nessuna traccia, evaporando tra le stelle.
Giorgia Pizzillo