Perché “I segni del Cuore” può essere il miglior film degli Oscar 2022 ?
È senza alcun dubbio l’outsider della 94ª edizione dei premi Oscar, un film poco pubblicizzato e di cui, prima della candidatura, in pochi avevano sentito parlare. I segni del cuore (CODA), commedia diretta da Sian Header, è il remake del film francese La famiglia Bélier uscito nel 2014 e diretto da Éric Lartigau. La versione americana segue fedelmente, seppur con qualche variazione nell’ambientazione e nella trama, la versione originale, consegnando al grande pubblico la medesima intensità emotiva.
La narrazione si sviluppa attorno al personaggio di Ruby Rossi, nata e cresciuta in una famiglia di non udenti. A differenza dei genitori e del fratello, è normoudente, motivo per cui attorno a lei sono state costruite grandi responsabilità, soprattutto per quanto concerne l’attività lavorativa di famiglia, pescatori da molte generazioni. Grazie al suo aiuto, i genitori riescono a comunicare con una società, quella circostante, che ignora la lingua dei segni e le numerose incomprensioni che questa disabilità può comportare. La passione di Ruby per il canto e il suo grande talento, coltivato da Mr V (un suo professore della scuola superiore) porteranno la giovane ragazza di fronte a una scelta difficile: seguire i suoi sogni, o aiutare e sostenere la famiglia.
I segni del Cuore rappresenta, nel panorama delle nomination, una voce fuori dal coro, una pellicola che nella sua straordinaria semplicità è capace allo stesso tempo di commuovere e di creare molteplici spunti di riflessione. La dolcezza che la famiglia Rossi esprime ci ricorda come la famiglia non sia solo un dovere, un obbligo ma anche e soprattutto un sostegno, una carezza e un supporto nella quotidianità.
È difficile pensare a questo film come a un papabile vincitore, forse perché è un titolo che sotto molti aspetti, soprattutto di carattere tecnico, regge con fatica il confronto con la straordinaria concorrenza. Allo stesso tempo però, la vittoria di Parasite nel 2019 ci insegna come a volte, anche i grandi outsider possono “sbaragliare” la concorrenza, e regalare grandi sorprese.