Perché “Belfast” può essere il miglior film degli Oscar 2022?
Durante il conflitto nordirlandese Buddy vive a Belfast con la sua famiglia. Il padre lavora in Inghilterra e vorrebbe portare la sua famiglia oltremare, ma dopotutto lasciare l’Irlanda per il ragazzo è una decisione dolorosa.
Belfast è un film semi-autobiografico del regista e attore Kenneth Branagh. La storia dell’Irlanda del Nord attraverso gli occhi di un bambino. La vicinanza della storia reale di Branagh alle vicende di Buddy sembra la carta vincente, ma purtroppo una volta usciti dalla sala la storia appare artificiosa. La versione cinematografica di queste memorie è troppo raffinata ed edulcorata. Lo stesso conflitto cittadino non è raccontato in modo appropriato diventando di sfondo quando, in teoria, è il motivo che porta la famiglia ad andarsene. La guerriglia nel film, mostrata all’inizio, non ha ripercussioni e non fa sentire la sua pericolosità. Belfast è sicuramente un film visibilmente accattivante ma quell’artificio non è mai funzionale alla narrazione, cosa che si nota esplicitamente nelle numerose scene accompagnate dalla musica che dopo poco tempo diventano un cliché.
Cliché continui sono anche i riferimenti allo stesso Branagh e la sua storia; per esempio quando il ragazzino legge Thor, film poi girato dallo stesso regista. Branagh cita continuamente le realtà teatrali e cinematografiche per rendere esplicita questa dimensione, ma sembra sempre che al film manchi una certa concretezza. Belfast non trova mai un equilibrio tra la sua messinscena e la realtà. Ci sembra un racconto fin troppo fiabesco e finto, non fa arrivare emotività e verità e sicuramente non merita il “Miglior Film” agli Oscar 2022.