Margini: il film di Niccolò Falsetti. Settimana internazionale della critica
“Non posso permettere che i giornali o la tv mi dicano che cos’è il punk; è molto più di borchie anfibi e teste colorate….. non è un fenomeno giovanile, non è una delle tante mode del momento e il tempo mi sarà testimone”
È così che Jacopo, con la sua band i Wait for nothing, grida nella Grosseto del 2008. Il trio musicale suona a una sagra di paese, inseguendo un sogno mai iniziato, in una città immutabile, distante due ore da tutto.
Margini è un film di Niccolò Falsetti e Francesco Turbanti presentato alla Settimana Internazionale della Critica durante la 79esima Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica di Venezia. La commedia punk di Falsetti e Turbanti è stata maturata in dieci anni, anni di cambi e ricambi su una sceneggiatura ripescata dai ricordi. Se inizialmente il progetto sembrava rimanere nel cassetto, il film riesce infine a vedere la luce e vince il Premio del pubblico a Venezia.
La trama
Michele, Edoardo e Jacopo vivono a Grosseto, appartengono a ceti sociali differenti ma li accomuna la passione per il punk. Improvvisamente, i tre membri della band vengono chiamati per aprire i concerti della tournée europea dei Defense, famosa band americana, ma la data italiana del tour viene cancellata e i tre amici musicisti intraprendono l’impresa di far suonare la band nella loro remota Grosseto.
I personaggi di Margini cercano la propria strada in un luogo alienato e alienante, dove niente cambia da vent’anni, genitori e figli non si capiscono e l’insoddisfazione arriva solo attraverso la musica. Una musica protagonista assoluta che Niccolò Falsetti vuole totalmente diegetica e punk con brani di band come i Gli Ultimi e i Payback; la musica dalle cassette, dalla radio e dal vivo ci accompagna attraversando le disavventure dei protagonisti.
I tre musicisti credono e non credono al loro sogno e si limitano a suonare tra le lamentele e l’incomprensione dei vicini per l’inutile rumore; vagano senza una meta precisa, consapevoli di essere ai margini di tutto. Michele, sposato e con una figlia, non riesce ad abbandonare il suo sogno per un “vero” lavoro; Edoardo entra continuamente in conflitto col patrigno e Jacopo è indeciso se rimanere o meno in quella Grosseto asfissiante e dormiente. Il trio credibile e realistico è sicuramente frutto dell’esperienza autobiografica degli autori. Va fatta una menzione speciale al personaggio di Adriano Melis, patrigno di Edoardo, un uomo che maldestramente cerca di stringere un rapporto col ragazzo, specchio delle vecchie generazioni che non capiscono.
Altro tema di Margini, che rende il film anche un racconto di formazione, è la giovinezza. Edoardo e Jacopo, infatti, sono giovani in cerca di un obiettivo nella vita; I due ragazzi, come di contrasto, sono affiancati da Michele, più grande con moglie e figlia a carico che non riesce a crescere; eppure, come si può crescere e maturare in un luogo cristallizzato nel tempo?
“Il legame alla provincia è come un cordone ombelicale elastico….È un legame forte, i primi due giorni tutto bene, il terzo scricchiola qualcosa e il quarto non vedi l’ora di andar via.”
Niccolò Falsetti, regista di Margini
Infine, l’ultima grande protagonista è la provincia. La Grosseto del film è quella città provinciale dove molti si rivedono; c’è chi se ne vuole andare e chi decide di rimanere. Il tutto è accompagnato da non detti, discussioni mai avvenute e silenzio. Così, Margini racconta il contesto in cui vivono i tre protagonisti, tra le loro peripezie dai tratti comici si nascondono contraddizioni e zone ombrose dove Edoardo, Jacopo e Michele affrontano la sconfitta, mettono in discussione la loro amicizia e semplicemente vivono.