Cinema

Dune – una nuova saga si impone sulle sale, si spera

Si è fatto attendere per quasi due anni, ma dal 16 settembre è finalmente disponibile nelle sale cinematografiche italiane il nuovo film firmato Denis Villeneuve basato sull’omonimo romanzo di Frank Herbert.  Dune sembra aprire un nuovo universo, cinematografico e narrativo, che speriamo ci accompagni nei prossimi anni insieme al suo immenso cast e alle sue epiche sequenze color sabbia. Ne parliamo in queste righe senza alcuno spoiler.

Due parole sulla trama

In un futuro caratterizzato da viaggi interstellari, in cui le varie galassie sono amministrate da un unico sistema imperiale, il pianeta Arrakis, detto anche Dune, è al centro delle vicende politiche dell’impero. Su Arrakis infatti è presente la sostanza più preziosa dell’universo, la spezia, una polvere indispensabile per i viaggi interstellari, che funge anche da psicoattivo sacro per il popolo indigeno del pianeta, i Fremen. Quando l’imperatore toglie il controllo di Dune alla crudele casata Harkonnen, resa ricchissima dalla produzione di spezia, per affidarla alla popolare casata Atreides, gli equilibri dell’universo si rivelano estremamente fragili. Paul Atreides, figlio del duca Leto e rampollo della casata, nei giorni precedenti al trasferimento su Arrakis è tormentato da sogni premonitori riguardanti le sorti di Dune, caratterizzati soprattutto dalla presenza di una magnetica ragazza fremen. In questo contesto, all’arrivo degli Atreides sul pianeta, una landa desertica inospitale, inizierà uno scontro cosmico che sorprenderà i nuovi padroni di casa, ma che metterà in luce le grandi potenzialità del giovane Paul.

In Dune, la sensibilità anticoloniale, mostrata dalla relazione tra i Fremen e i vari occupanti del pianeta, interessati prevalentemente alla produzione di spezia, incontra le suggestioni bibliche e messianiche convergenti sulla figura di Paul, dando vita ad un universo variegato dai toni epici ed esotici. Come ogni grande opera fantascientifica, è una storia che, occupandosi del molto lontano, sia spaziale sia temporale, parla a noi e di noi, abitanti del presente, abituati a sfruttare in nome della ricchezza o, se sfruttati, alla ricerca di un salvatore in grado di rivoluzionare lo status quo.

Il kolossal di cui il cinema aveva bisogno

Inizialmente annunciato per il 20 novembre 2020 e arrivato poi sul grande schermo quasi un anno dopo, alla sua uscita Dune aveva sulle sue spalle un’enorme responsabilità: dimostrare, o meglio, ricordare, che la pandemia non ha ucciso le produzioni cinematografiche ad alto budget. Già Cristopher Nolan con Tenet aveva provato a farsi carico di questo onere, ma con risultati quanto meno dubbi, nonostante avesse a disposizione circa 200 milioni di dollari. Dune, al contrario, di dubbi ne lascia pochi, riuscendo perfettamente ad ottimizzare l’alto, ma non immenso, budget a disposizione.

Inutile dilungarsi molto sul cast che, promosso a pieni voti, vede l’espressività nobile di Timothée Chalamet accostata alla fermezza di Oscar Isaac e al vigore di Rebecca Ferguson. Intorno a loro le figure marziali di Josh Brolin e di Jason Momoa donano ulteriore colore alla gamma di tipi umani presenti in scena, completata dagli sguardi magnetici di Zendaya e di Javier Bardem. Le performance attoriali di questi fuoriclasse si armonizzano e completano a vicenda, senza che nessuna presenza risulti sprecata o stonata nel corso della narrazione. Da cinque stelle anche gli effetti speciali, in grado di conferire spessore e realismo anche ad elementi al di fuori dell’ordinario e di trasportare lo spettatore dentro a immense battaglie infuocate, senza dare quella odiosa sensazione di eccessiva finzione che spesso caratterizza i cinecomic o i film d’azione più movimentati. A chiudere il quadro ci pensano la fotografia, magistralmente indirizzata a valorizzare le dune sabbiose del deserto di Arrakis, e il montaggio, impegnato a rispettare il ritmo della narrazione senza che i passaggi risultino bruschi o ingiustificati.

Importante è fare un appunto: Dune è un film che va visto al cinema. Solo il grande schermo è in grado di rendere le magnifiche vedute aree del deserto a dovere, così come solo la totalità dell’esperienza in sala può permettere di godersi il climax della narrazione confezionato dalla colonna sonora, a cui va dedicato uno spazio a parte. È anche per questo che il cinema aveva bisogno di un tale film, per mostrare che i servizi di streaming, sempre siano lodati, non possono sostituire completamente l’esperienza della sala cinematografica, in cui varrà sempre la pena recarsi per vivere al meglio la settima arte.

Un film “lento”?

Detto tutto questo, non bisogna dimenticare un fatto: effettivamente in Dune di avvenimenti se ne vedono ben pochi. Il film ha una durata complessiva di 155 minuti e l’assenza di continui colpi di scena ha fatto sì che in molti si affrettassero subito a definire la pellicola di Villeneuve un prodotto “lento”. Se è verissimo che le sequenze ad alto ritmo sono molto limitate, bisogna pensare che Dune è solo il primo capitolo di una futura saga cinematografica, che ha bisogno di solide basi per poter proseguire. La scelta effettuata dalla produzione è quindi chiara: fornire alla storia tutto il tempo di cui ha bisogno, sacrificando la narrazione al cardiopalma che alcuni si aspettavano per permettere una maggiore contestualizzazione. Questo però non vuol dire assolutamente che il film risulti noioso: Dune fin da subito riesce a risucchiare lo spettatore nel suo universo, nelle sue leggi e nelle sue regole, permettendo che l’interesse scaturisca anche solo dagli elementi caratteristici del mondo narrato o dal background dei personaggi all’opera. Il film quindi scorre perfettamente, senza concedere la possibilità di annoiarsi durante la proiezione, guidandoci alla scoperta dei pianeti più esotici e delle forze cosmiche più potenti.

Hans Zimmer: una certezza

Uno degli aspetti più pregevoli di Dune è certamente la colonna sonora firmata Hans Zimmer, l’ormai più richiesto compositore per il cinema in attività. La componente musicale ha infatti un ruolo fondamentale nell’incisività del film, riuscendo sia a conferire un tono epico alle sequenze più significative, sia a collegare senza forzatura i passaggi più distanti a livello spaziale e narrativo. È un filo rosso fondamentale per la godibilità del film, forse anche la chiave di volta che permette allo spettatore di non allontanarsi mai dagli avvenimenti narrati e di mantenere alta l’attenzione durante tutta la durata della proiezione. Notevole anche la scelta dei suoni caratterizzanti della colonna sonora, scelti anche tra gli strumenti peculiari delle culture dei luoghi da cui Frank Herbert prese spunto per il suo romanzo, per cui se le scene nel deserto di Arrakis sono accompagnate dal ritmo incalzante di djembe e percussioni tradizionali, le sequenze legate alla famiglia Atreides, ispirata ad una generica tradizione nordeuropea (le scene sul pianeta Caladan sono girate in Norvegia), sono accompagnate dallo squillante tono della cornamusa. Ciò dona grande coerenza all’universo narrato, permettendo una maggiore contestualizzazione e permettendo allo spettatore di entrare maggiormente in sintonia con i luoghi citati.  

Primo atto, e ora?

Veniamo ora al vero problema relativo a Dune, ovvero la sua incompletezza. Con ciò non si intende dire che al film manchi qualcosa, ma che è solo il primo atto di una storia che ha bisogno ancora di molto tempo per essere completata. Il problema è che il sequel ventilato da Denis Villeneuve, che ha annunciato di avere in mente una trilogia, e che risulta necessario per conoscere il destino di Paul e di Arrakis, è ancora avvolto da un alone di mistero, non avendo ancora avuto ufficiali conferme dalla casa di produzione. L’accoglienza generale riscossa finora fa ben sperare, ma, anche seguendo le migliori aspettative, ci sarà parecchio da aspettare per il secondo capitolo di un’ipotetica saga. In ogni caso ciò non deve influenzare il giudizio generale sul film attualmente nelle sale, che rimane assolutamente positivo nonostante la sua natura incompleta; resta solo da aspettare incrociando le dita, sperando che la Warner Bros accetti di aprire nuovamente il portafoglio per finanziare il progetto.


N.d.a. In questa recensione si è parlato di Dune di Denis Villeneuve senza accostarlo né paragonarlo né al romanzo di Frank Herbert da cui tratto, né tanto meno al precedente adattamento cinematografico del 1984 di David Lynch. Oltre al fatto banale che chi scrive non ha ancora avuto l’occasione di leggere il libro e non ha ancora visto la sua prima trasposizione cinematografica, è fuorviante valutare un oggetto in base a ciò che gli sta dietro. Se risulta essere spontaneo ricercare le differenze tra un film e il libro da cui è tratto, così come tra due prodotti con lo stesso soggetto, ognuno di questi ha la sua specificità indipendente da qualsiasi altra cosa e che, come tale, va analizzata senza contaminazioni. Inoltre l’enorme distanza che allontana i codici comunicativi di letteratura e cinema rende pressoché impossibile sovrapporre i piani di valutazione, motivo per cui ogni commento del genere “molto meglio il libro” o derivati da questo risulta essere una banalizzazione piuttosto buffa.


Aratea – (arateacultura.com)

Dune | Main Trailer Italiano – YouTube

Il cinema d’autore – Pregi e difetti di una pellicola autoreferenziale – Aratea (arateacultura.com)

Abstract:

Dopo quasi due anni dalla prima data ufficiale, Dune di Denis Villeneuve è finalmente al cinema. Con un cast stellare composto da Timothée Chalamet, Oscar Isaac, Rebecca Ferguson, Josh Brolin, Jason Momoa, Zendaya e Javier Bardem, il film adatta al grande schermo il celeberrimo romanzo di Frank Herbert, divenuto un culto per gli appassionati del genere fantascientifico. Il film nel suo complesso si presenta come un mastodontico prodotto totale, che cerca di creare un’esperienza in sala unica armonizzando tutti i fattori che caratterizzano la settima arte. In questo modo Villeneuve ci riporta nelle sale cinematografiche dopo due anni di totale dominio delle piattaforme di streaming all’interno della produzione e della distribuzione cinematografica, ricordandoci che l’esperienza del grande schermo rimane insostituibile. Dune, tuttavia, è solo il primo atto di una ipotetica saga cinematografica, che però non ha ancora avuto conferme ufficiali, lasciando gli spettatori impazienti sulle spine, in attesa del secondo capitolo.

Lorenzo Santini

Redattore di cinema, filosofia e narrativa