GALLERIA D 'ARTE

CINZIA PEDRUZZI

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Autodidatta sin da giovane, Cinzia Pedruzzi viene indirizzata alla scuola d’arte del maestro Ernesto Doneda da Brembate.

Sotto la sua guida perfeziona la tecnica della pittura ad olio, esprimendo uno stile figurativo moderno, paesaggi e nature morte. La ricerca delle forme la spinge allo studio del disegno e alla rappresentazione del corpo umano, dedicandosi successivamente al ritratto. Interessata allo studio dell’arte e curiosa di formarsi su nuove tecniche espressive, apprende la tecnica dell’affresco e la manipolazione plastica della materia, rappresentando in terracotta figure umane e busti. Insegna in corsi di disegno, pittura ad olio e manipolazione della terra.

Collabora per la realizzazione di corsi scuola con due amministrazioni locali. Ha partecipato a varie rassegne d’arte, mostre collettive e tenuto esposizioni personali in svariati centri culturali. Iscritta al Circolo Culturale Bergamasco dal 1997, partecipa alla collettiva annuale presso la sede di Bergamo.

- Collettive al circolo artistico bergamasco.

- Galleria Eustachi di Milano nel 1990.

- Galleria InArte, Bergamo, 2020.

Cinzia Pedruzzi, pittrice dalla figurazione classica e dal grande colorismo che realizza a olio su tela, ha tra le sue caratteristiche peculiari una grande versatilità tematica, che spazia indifferentemente e sempre allo stesso livello di valore artistico dal genere della natura morta al paesaggio, dalle composizioni floreali alla figura umana, e una particolare attenzione alle vicende umane e sociali del nostro tempo.

Per quanto riguarda la natura morta, che in realtà per ritenersi artisticamente valida deve essere “viva” nelle forme e nei colori, è certamente il punto più forte e significativo dell’artista, come dimostrato dalla grande originalità di un canestro di frutta inconsuetamente rovesciato, dal denso vigore della frutta rappresentata in modo iperrealistico, alla maniera caravaggesca, dalla succosa proposizione di un’anguria sul greto di un laghetto sullo sfondo di un suggestivo e verde paesaggio. Di grande impegno civile il mucchio di rifiuti, tra cui un uccellino (in altri casi anche un neonato) e un ritaglio di giornale su temi ecologico-ambientalisti, messaggio trasmesso dalla pittrice a noi nelle modalità tipiche dell’arte, perché l’artista non è e non deve essere filosofo, scienziato, politico o altro, ma essenzialmente artista. Un’altra specificità di Cinzia Pedruzzi, coltivata da tempi più recenti ma con ottimi risultati, è l’attenzione alla figura umana, nelle forme del ritratto, come quello intenso e significativo di Papa Giovanni Paolo II, e del corpo umano, come i due amanti avvinghiati fra di loro e sospesi nel vuoto e un singolare Cristo disteso, considerando che lo studio e l’applicazione pittorica, o scultorea, dell’anatomia, umana e anche animale, è una disciplina certamente difficile ma consigliabile a tutti gli artisti, in quanto nulla eguaglia la capacità espressiva di un volto, degli occhi, della bocca o del corpo umano.

Silvano Valentini

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