GALLERIA D'ARTE

ALICE CAPELLI

ABOUT THE ARTIST
ESPOSIZIONI
CONTATTI

Alice Capelli nasce a Milano nel 1997, dove vive e lavora dopo essersi laureata in Pittura nel 2020 presso l'Accademia di Belle Arti di Brera.
Nel 2021 ha esposto nelle sale nobili di Palazzo Cusani, edificio seicentesco situato nel cuore di Brera a Milano.

 

PERCORSO DI STUDI

  • 2020 Laurea triennale in Pittura, Accademia di Belle Arti di Brera, Milano
  • 2016 Diploma in Scenografia, Liceo Artistico di Brera, Milano

2022 "Finché c'è spazio", mostra collettiva presso Spazio Canonica Metareale (Milano), a cura di Serena Correale "Next", mostra collettiva presso Galleria Enneft (Milano) a cura di Asola groups "Looking for Art..And a feminine touch", mostra collettiva presso MotelD, (Milano) a cura di Camilla Rivieri "(un)fair - The Sequel", presso Galleria Looking For Art (Milano) a cura di Camilla Rivieri "(un)fair", Super Studio Maxi (Milano) a cura di Camilla Rivieri

2021 "Umble Jumbel", WALK-IN STUDIO, mostra collettiva presso studio Via Soperga 20 (Milano) a cura di Diletta Piemonte. h "/tra-me-sti-o/", Davide Ausenda, Alice Capelli, Marco Vignati presso Palazzo W Cusani (Milano) a cura di Sophia Radici e Michael Camisa. vi "Eudaimonia", mostra collettiva presso Galleria Looking For Art, (Milano) a cura di Eleonora Molignani.

2020 "Festival del Nuovo Rinascimento", mostra collettiva, Raffaello 500, Villa Tittoni (Desio) a cura di Alisia Viola.

2019 "Les Fleurs du Plaisir", mostra personale presso Galleria Looking For Art. (Milano) a cura di Eleonora Molignani

2021 Venuta al mondo, lattice e pigmenti su pelle, performance presso Istituto Italiano di Fotografia (Milano) Pittura è Corpo, performance presso studio Soperga 20 (Milano) Nota di addestramento a una giovane donna, performance itinerante, Milano Strapparmi la buccia, lattice e pigmenti su pelle, performance presso mostra Tramestio, Palazzo Cusani (Milano) Strapparmi la buccia, lattice e pigmenti su pelle, performance presso Istituto Italiano di Fotografia (Milano)

«[...] La ricerca di Alice Capelli ruota intorno allo strato epidermico, alla dimensione fisica e corporea, e non solo da un punto di vista puramente biologico ed erotico. Nella sua sfera si riflettono anche altri aspetti cui la società contemporanea tenta di trovare una definizione. "Richiamo all'ambiguità di genere [...] e alla fluidità sia nella componente di identificazione del sé, e identitario sia dal punto di vista puramente tecnico con la pittura acquosa". L'atto performativo trova rappresentazione nei lavori su cui restano i segni di un'azione effettiva - come i seni dell'artista in Corpo sociale II - o gli strati di materiale utilizzato nel corso di performance - Corpo sociale I - che diventano un passaggio da attraversare. Le tele si appoggiano come una seconda pelle alle pareti delle sale in un richiamo cromatico, le nuance sono delicate nei toni neutri della pelle, con pennellate di azzurro (Stracciatella I), e si accendono nel rosso di Titolo mestruale [...]».

Recensione di Elena Solito estratto da Palazzo Cusani - /tra me stì o/ - Davide Ausenda, Alice Capelli e Marco Vignati, Forme Uniche, 19 giugno 2021.

STRAPPARMI LA BUCCIA

“Io dipingo a terra, lasciando le tele in orizzontale. Mi muovo e vivo sopra ad esse.

E’ come se stessi sopra ad un lenzuolo e, dormendoci durante la notte, mi muovessi su di esso lasciandovi delle tracce impresse.”

” (…) lascia emergere tutta l’importanza del gesto. Un gesto che prende vita e diventa una vera entità, presentando il passaggio, la stessa esistenza del corpo e, quindi, dell’uomo. Ho letteralmente vissuto su quelle tele, lasciandole stese sul mio pavimento per diverso tempo. E’ questo legame profondo che mostro in questa opera: la connessione tra tela e vita raccontata nel gesto.”

NOTA DI ADDESTRAMENTO A UNA GIOVANE DONNA

“Ho camminato per Milano con le caviglie legate da una corda di iuta. Un cappio che limita il movimento, I simbolo di addomesticamento e di un ammaestramento animale imposto, si trasforma in una denuncia sociale nei confronti della cultura dello stupro e dell’educazione istituzionale sulle diversità di genere trasmessa ai giovani. Ho indossato una tuta color pelle e ai piedi avevo anfibi neri. Un segno bianco dipinto sui capezzoli e sul pube diventa la censura senza genere della tinta dei fluidi corporei; il color nero della pelle degli stivali, simbolo di lotta e resistenza. Ho attraversato le strade e le piazze di Milano in silenzio.”

Alice Capelli