Psicologia

Oltre gli stereotipi sugli adolescenti – Matteo Lancini e L’età tradita

di Marialaura Bergamini

Il volume “L’età tradita: oltre i luoghi comuni sugli adolescenti”, edito da Raffello Cortina Editore, si apre con una lettera pubblicata dall’autore Matteo Lancini, destinata agli adolescenti:

Care ragazze, cari ragazzi,

in questo difficile momento, è molto importante che ognuno di noi si assuma nuove responsabilità. Per sé, per gli altri, per tutta la comunità. Proprio per questo abbiamo deciso di scrivere un sermone che parta da noi, che parli di noi, risparmiandovi il solito discorsetto infantilizzante. È giusto comunicarvi che, come è evidente, in questi ultimi anni noi adulti non siamo stati in grado di assumerci le responsabilità necessarie a garantire a voi giovani un futuro non troppo fosco. (…)” (Lancini, 2021, p. 7)1

Scritta l’11 marzo 2020, quando in Italia erano appena stati promulgati i primi decreti restrittivi e iniziava a prospettarsi la gravità dell’emergenza epidemiologica, la lettera invita gli adulti a un mea culpa che permetta di assumersi la responsabilità degli errori educativi commessi e di prestare molta più attenzione ai modelli identificativi proposti ai figli.

Un invito, dunque, a “riflettere sulle contraddizioni educative degli ultimi decenni e sulle proprie responsabilità, piuttosto che a rifugiarsi in teorie consolatorie infarcite di stereotipi sull’irresponsabilità di generazioni rovinate dall’individualismo e da Internet.” (p. 18). La necessità che emerge lungo tutto il libro è quella di trovare una nuova narrazione del mondo adolescenziale, che sappia tener conto delle specificità e dei bisogni dell’adolescente odierno.

Imparare a vedere gli adolescenti

Matteo Lancini, psicoterapeuta e presidente della Fondazione Minotauro di Milano, parlando del mondo adulto fa riferimento ad “adulti troppo fragili” che troppo frequentemente guardano ai bambini e agli adolescenti senza vederli, li ascoltano senza sentirli, e sono per l’appunto “troppo fragili per accettare ciò che stanno vivendo e provando a comunicargli” (p. 20). Per capire chi sono davvero gli adolescenti, quali compiti evolutivi devono affrontare alla loro età e quali sono i loro disagi e dolori (e se sono davvero disagi o semplicemente nuove normalità), è indispensabile in primis uno sforzo adulto.

Questo sforzo non riguarda solo i genitori e la più ampia comunità educante (che secondo Lancini risulta ormai scomparsa), poiché la tendenza a non vedere l’adolescente prevale anche nel ruolo del docente e nelle professioni sanitarie ed educative, troppo spesso focalizzate non sui bisogni dei giovani studenti o pazienti, ma sulla gestione delle proprie impellenze istituzionali. La mancata attenzione nei confronti delle nuove generazioni, in primo luogo da parte della politica italiana, è “una questione culturale, sociale e di rappresentazione adulta nei riguardi di bambini e adolescenti” (p. 23).

Occorre dunque una “rivoluzione affettiva e relazionale” che avvicini genitori, insegnanti, educatori e chi detiene responsabilità politiche alle reali esigenze dei ragazzi. Da dove iniziare? Lancini ci indica la strada da percorrere: riconoscere le contraddizioni che pervadono l’educazione e i modelli con cui crescono i più giovani, “immersi nella società massmediatica, di Internet, della competizione e del successo a tutti costi” (p. 38-39). Ci si deve domandare “di quale funzione adulta, autorevole, non stereotipata, i ragazzi e le ragazze nati nel nuovo millennio abbiano disperatamente bisogno” (ibidem).

Occorre avere il coraggio di decostruire gli stereotipi sull’età adolescenziale, abbattere i cliché costruiti secondo il senso comune, in certi casi adatti a descrivere l’adolescenza delle generazioni precedenti e non di quella odierna.

Vediamo quindi alcuni dei luoghi comuni presenti all’interno del libro e smentiamoli insieme all’autore, andando oltre gli stereotipi e il discorso comune.

Esperti di relazioni

Gli adolescenti del nuovo millennio “non sono trasgressivi, sono espertissimi di relazioni e interessati marginalmente al sesso” (p. 43). Lancini ci racconta di bambini cresciuti in famiglie che non sono più quelle tradizionali, basate sui dettami dell’obbedienza e del dovere, ma che al contrario sono “declinate in senso affettivo e relazionale”. Gli adolescenti odierni sono esperti della relazione, e la ricercano nel contatto quotidiano con gli adulti.

Peccato che, con l’avvento delle trasformazioni psichiche e corporee indotte dalla pubertà, la cultura affettiva degli adulti cambi. Si scatenano le angosce di genitori e istituzioni, che iniziano a muoversi in modo difensivo ed infantilizzante, ed è come se il pensiero educativo venisse inibito, “fino a perdere di vista la centralità della componente relazionale e a non capire più niente dell’altro, del suo specifico funzionamento affettivo e psichico.” (p. 45).

Per Lancini è stata proprio la mancata attribuzione di un significato diverso, profondo e relazionale ai bisogni dell’adolescente e ai suoi comportamenti ad aver contribuito alla perdita di credibilità e autorevolezza degli adulti e delle istituzioni agli occhi dei ragazzi. Occorre fare i conti col fatto che è cambiato il funzionamento affettivo, psichico e relazionale degli adolescenti. Nell’affrontare i compiti evolutivi che l’adolescenza gli pone davanti, i ragazzi di oggi compiono sforzi del tutto differenti rispetto al passato, e mostrano nuove capacità adattive.

Im(maturità) cerebrale

Le scoperte in campo neuroscientifico vengono spesso utilizzate per sostenere l’immaturità mentale in adolescenza. Negli ultimi decenni, numerosi studi hanno dimostrato come le trasformazioni adolescenziali dipendano dai cambiamenti del cervello, che conserva buona parte della propria plasticità neuronale e va in contro a numerosi processi di sviluppo, terminando la propria maturazione in tarda adolescenza.

Ma “una visione collassata sul funzionamento dei circuiti cerebrali rischia di rivelarsi riduttiva, se non integrata con le trame affettive e relazionali del singolo individuo, con la comprensione delle esigenze e dei conflitti che lo animano.” (p. 65). Il rischio è quello di interpretare il comportamento dell’adolescente come immaturo, senza comprendere gli aspetti evolutivi legati alla maturazione. Durante il periodo dell’adolescenza si è chiamati all’esplorazione, alla sperimentazione, a prove di autonomia ed il rischio è di confondere queste spinte evolutive con la sfrontatezza, con l’incapacità di cogliere il limite e con la ricerca del pericolo.

Prosegue Lancini: “L’incompleto processo di maturazione cerebrale non giustifica interventi esclusivamente badati sull’imposizione di limiti e sul controllo delle azioni. Solo la comprensione empatica e la responsabilizzazione aiuteranno l’adolescente a prendere in considerazione decisioni meno drastiche, soluzioni più ragionevoli, e ad assumere comportamenti più favorevoli e salutari.” (p. 66).

Fare i conti con i propri limiti

Un ulteriore luogo comune sull’adolescenza riguarda la convinzione che i ragazzi si sentano onnipotenti e immortali, e agiscano di conseguenza con gesti spericolati, mettendo a repentaglio la propria vita e non percependo il pericolo delle proprie condotte.

Lancini ci dice che, in realtà, l’esperienza clinica dimostra il contrario: “L’adolescenza è l’età in cui termina l’onnipotenza e si è costretti a fare i conti con i propri limiti.” (p. 71). Lo sviluppo cognitivo, sommato alle trasformazioni del corpo, costringe a fare i conti con un dato di realtà: si è destinati a morire. “L’adolescente scopre di essere mortale, altro che onnipotente.” (ibidem). Di fatti, l’adolescenza costringe ad elaborare la paura legata alla propria morte.

L’adolescente cerca attivamente di sperimentare la paura, perché la paura fa parte della crescita e va elaborata. Solo elaborando la paura si può crescere, altrimenti si rischia di rimanere paralizzati, di frenare il proprio sviluppo.  “L’adolescente non tenta la morte perché si sente onnipotente e invincibile, ma perché ha scoperto che non lo è più, ora e per sempre.” (p. 74).

Non ribelli, ma delusi

Esprimendosi sulla rappresentazione della gioventù come ribelle e trasgressiva, Lancini afferma che “i ragazzi di oggi sono tutto tranne trasgressivi” (p. 75) e che “la spinta trasgressiva che ha fatto da regista delle azioni dei giovani alle prese con i compiti evolutivi dell’adolescenza è stata sostituita dalla delusione” (ibidem).

L’adolescente odierno non incontra opposizione e mortificazione nel tentativo di esprimere sé stesso, i propri valori e il proprio desiderio: oggi gli interlocutori più crudeli sono “gli elevati ideali coltivati durante l’infanzia” (ibidem). La società occidentale attuale non è sessuofobica e superegoica, ma piuttosto “si è costretti a scendere a patti con l’assenza percepita di bellezza, successo e popolarità, alimentata da modelli educativi familiari e ambienti, reali e virtuali, dove dominano l’anticipazione e la sovraesposizione” (ibidem). A prevalere sono la vergogna, il senso di inadeguatezza e la delusione rispetto alle aspettative proprie, genitoriali e della società performante.

È così che: “L’assunzione di sostanze alcoliche e stupefacenti, la partecipazione a risse di strada, le azioni vandaliche (…) spesso diagnosticate massmediaticamente come espressioni della trasgressività giovanile, rappresentano invece manifestazioni di un disagio che ben poco hanno a che fare con lo stereotipo dell’adolescente ribelle.” (p. 76). Il consumo delle sostanze svolge una funzione “lenitiva, anestetica, se non antidolorifica” (ibidem): il tentativo è quello di automedicarsi nel momento in cui emergono il dolore, l’incertezza verso il futuro e la paura del fallimento.

Gli adolescenti di oggi smentiscono gli stereotipi e necessitano di nuove attente rappresentazioni. “L’età tradita: oltre i luoghi comuni sugli adolescenti esplora questi e molti altri temi legati all’età adolescenziale e le sue specificità, offrendo al lettore la possibilità di mettere in discussione le proprie credenze su questo periodo critico ma fondamentale del ciclo di vita e delineandone un ritratto più aggiornato.


1 Tutte le citazioni sono tratte da Lancini, M. (2021) L’età tradita: oltre i luoghi comuni sugli adolescenti. Milano: Raffaello Cortina Editore, seguite tra parentesi dal numero di pagina.

https://www.arateacultura.com/


Bibliografia

Lancini, M. (2021) L’età tradita: oltre i luoghi comuni sugli adolescenti. Milano: Raffaello Cortina Editore.

Marialaura Bergamini

Redattrice di psicologia